Il suo pensiero va sempre alla città, come la patria naturale dell’uomo, luogo principe della convivenza umana: questo anche quando si occupa di progetti minuti, di interventi minimi, ai quali dedica la massima attenzione. Proprio per questo atteggiamento riconosco in lui il vero compagno di viaggio. Basta scorrere i progetti qui esposti, piazzette, fontane, un piccolo museo, una cappella, una chiesetta, tutti inseriti in contesti di piccoli villaggi, per rendersi conto dei piccoli mandati a lui attribuiti e della sua dedizione a cose oggi normalmente trascurate. Ogni progetto è sofferto, ogni soluzione nasce da un lavoro continuo di estremo rigore in continua ricerca delle verità fondamentali.
Ne risulta un’architettura austera che non lascia spazio alla seduzione.
I muri, i pilastri sono massicci, i materiali utilizzati sono soprattutto quelli tradizionali, tra i quali spicca sicuramente la pietra. La sua architettura s’impianta così nel suolo con il suo peso.
In lui mai s’intravede un ammiccamento verso le architetture recenti, in continua ricerca di invenzioni formali fine a se stesse e di usi di materiali sofisticati. Egli si muove al di fuori delle mode attuali, che imperversano nel campo dell’architettura..."
Luigi Snozzi