Intersezioni.
La cartolina/invito dell’esposizione Intersezioni , al Torchio di Balerna, mostra l’immagine di una scultura che si stempera in quella di un’incisione. Questo intersecarsi, questa metamorfosi delle due opere, l’una nell’altra, ben rappresenta lo spirito di questa proposta espositiva. I due artisti espositori e lo stesso spazio fisico del sito hanno difatti dato luogo, nel tempo, ad una serie di “incroci”, per così dire, che trovano nella presente esposizione una sorta di coronamento e di sintesi della storia di ambedue. Sì, perché questo ormai conosciutissimo spazio espositivo venne recuperato e inaugurato a tale uso, anni orsono, dallo stesso Marco Piffaretti, lo scultore che oggi vi espone le sue opere, insieme a quelle dell’incisore Marco Mucha. Piffaretti vi esibì anche allora le sue sculture. Anni dopo, i due si ritrovarono nello stesso luogo per un’altra particolare occasione: la mostra di un libro d’arte con illustrazioni di giovani delle classi prime della scuola media locale, di cui Piffaretti era docente. I ragazzi si ispirarono ad un racconto di Alberto Nessi e Marco Mucha li istruì nell’arte dell’acquaforte. Il compianto Josef Weiss ne curò la rilegatura e apparve infine nelle sale del Torchio, un volume da bibliofili, illustrato da bambini. L’intersezione odierna concerne invece la collaborazione continuata nel tempo dei due espositori, che ancora oggi realizzano insieme eventi, edizioni e, come si vede, intersezioni.